martedì 26 luglio 2016

TEMPO DI VIDEO


Tempo di video.
Ne abbiamo due da mostrarvi.



Ecco il video che racconta di noi, girato dall'occhio attento di Pierluigi Bonfatti Sabbioni.Uno sguardo, quello dell'autore, che prende il respiro tra una nostra vita e l'altra e coglie con profondità le nostre essenze. Dura 23 minuti e contiene qualche pezzo della nostra vita.



E poi c'è il bel video girato da Mantova.tv il giorno dell'inaugurazione, e potete vederlo qui (dura circa 3 minuti)
http://www.mantova.tv/index.php?videoID=1574



sabato 23 luglio 2016

PARTITE!

E allora siamo partite con la nostra avventura!
Venerdì c'è stata l'inaugurazione, con un nutrito numero di visitatori e la presenza del presidente della Regione Pastacci.
Emanuela Soldi ci ha introdotto, abbiamo visto il video d Luigi Bonfatti Sabbioni e ci siamo immerse nelle nostre stanze, aiutate dai nostri lavori a sentirci a nostro agio...e dopo poco non eravamo più a Casa del Mantegna ma a Casa Nostra!
Abbiamo vestito le stanze con le nostre storie, i nostri colori e i nostri modi di essere -donna.

E in tutto questo ci siamo dimenticate di fare le foto!!! quindi quello che siamo riuscite a raccogliere è qui di seguito...il resto aspettiamo che ce lo mandiate voi, che c'eravate. grazie! 
















lunedì 18 luglio 2016

inaugurazione venerdi' 22 luglio

Finalmente inauguriamo la mostra JUST LIKE A WOMAN- proprio come una donna! 
Ci darà il benvenuto Franzesca Zaltieri, vedremo il video di Pierluigi Sabbioni, berremo un bicchiere di vino insieme e faremo due chiacchiere..ma soprattutto noi non vediamo l'ora di mostrarvi i nostri lavori e di iniziare un discorso/percorso di confronto sulla donna, sulle generazioni e - perchè no- sul valore di un arte dialogante che non vuole essere autoreferenziale ma si apre alle esperienze di chi guarda. 
Vi apettiamo.





Inoltre sono aperte le iscrizioni per i LABORATORI E INCONTRI GRATUITI collaterali alla mostra.
Ecco il programma


mercoledì 6 aprile 2016

THE WEDDING- il matrimonio



Il quadro è stato preso da una foto bianco e nero di mio zio quando si è sposato nel Texas nei anni settanta . Ci sono i varie testimoni , quasi tutti uomini o maschi , salvo mia zia che e la sposa e l’altra zia che fa da testimone.
Quando ho fatto il quadro non volevo fare una polemica , ma soltanto un bel quadro per lui , perché mi piaceva la foto. 
Invece il destino mi ha portato a farlo diventare un dipinto di quello che poteva essere anche interpretato come la celebrazione di un funerale.
Il tavolo imbandito è diventato misteriosamente una bara, il mazzo di fiori nunziale ora é una corona sopra la bara, e i quattro testimoni maschi adulti vestiti di nero sono i portatori del feretro. I ragazzi sono chierichetti che assistano nella messa funebre.

Resta il sorriso delle due donne, la sposa e la sua nuova cognata che è molto più bella della sposa, e questo ci basta per tenerci dentro al documento originale, del matrimonio di mio zio.
E' insomma un quadro doppio: un avviso che il matrimonio può diventare nascita o morte di un rapporto. 
Il sacro del rituale è in ogni caso presente.


Susan Dutton 

giovedì 3 marzo 2016

FLUTTUANTE. MADRE

Grazie ad una congiuntura astronomica ho esposto all'interno della bella collettiva GAM - GIOVANI ARTISTI MANTOVANI presso la casa del Mantegna (per visitare la mostra qui )
con questa opera scelta dall'attento Gianfranco Ferlisi : Fluttuante. Madre



Quando ero al liceo desideravo ardentemente "diventare artista" perchè la mia non era una passione ma un bisogno vitale. Con l'accademia le mie prospettive sono cambiate e, grazie alle sorprese della vita e dei maestri che ho incontrato, le priorità sono diventate altre e ho provato e trovato anche diversi metodi espressivi (il teatro, la scrittura). 

Per anni però non ho dipinto, se non per lavoro.
Intendo quel dipingere "urgente" e forsennato, che ti toglie il respiro. L'espressione di ciò che è individuale ma che fa da specchio al respiro comune.
Questa piccola tavoletta di legno è il prodotto di quello stato d'animo che mi ha spinto a prendere in mano il pennello di nuovo, dopo che ero morta e risorta, per raccontare qualcosa che mi stava accadendo. E che in seguito ho scoperto di condividere con numerose altre donne. 


Si tratta di quello smarrimento, quella consapevolezza di non poter fare diversamente, quello stupore di vedersi  sopraffatta che accade a volte  a chiunque. Ma che accade spesso a chi diventa madre.
Il tuo corpo si trasforma, le tue relazioni con il mondo si trasformano, i tuoi rapporti con te stessa si trasformano. 
Fai somme, tiri bilanci, hai aspettative. Forse non tanto sul bambino quanto su te stessa. 
Poi il bambino nasce e tu sei un'altra persona. 
Prima eri tu, poi eri tu incinta. E dopo sei semplicemente un'altra persona. 
Te lo richiede il bambino, te lo richiede la società, tu lo richiedi a te stessa. 

Qui, in questo fantastico mondo occidentale tu sei LA MADRE. Sei la madre che rinuncia al lavoro, che cucina, che lava i panni, che si occupa dell'igiene del bambino, che sa cosa fare sempre.
Nessuno ti obbliga a farlo, lo vuoi tu. Decidi che per forza devi prenderti una pausa dal lavoro, decidi che il tuo compagno non sarebbe in grado di fare tutto quello che tu invece sai sicuramente fare, decidi che è giusto così. 

Ma intanto muori. Non hai tempo per altro, non hai testa per altro. La stanchezza, gli ormoni, la responsabilità. Tutto sopra di te, intorno a te e dentro di te. Come se il tuo seno pieno di latte fosse la metafora dei tuoi doveri.

Ebbene sì, non tutte siamo votate a fare le madri così come ancora è intesa la madre nella cultura italiana. 
Cultura italiana, politica italiana, lavoro italiano. 
Ancora mi raccontano che al momento dell'assunzione qualcuno ti fa firmare un foglio in cui dichiari che se rimani incinta dai le dimissioni. Ancora le assistenti sociali ti umiliano quando ti dicono che il tuo lavoro non è "classificato" e non ti spetta neanche la maternità che danno alle casalinghe. Ancora i nidi costano una follia per cui non ti conviene andare a lavorare. Ancora sembra a tutti più giusto che tu stia a casa mentre al lavoro ci va tuo marito. Ancora non troviamo i fasciatoi nei bar. Ancora ti guardano se allatti in un locale pubblico. 
Ancora troppe cose che ti annullano in quanto donna e ti fanno sopravvivere solo perchè madre.
E ben vengano queste nuove famiglie, in cui con due padri o due madri si stabiliscono equilibri più umani, liberi da questi stereotipi maschio/femmina.

Io sono sopravvissuta, perchè passata la bufera tante madri riescono a recuperare se stesse.
E qualcuna prova a raccontarlo.


SILVIA SPAGNOLI




domenica 21 febbraio 2016

SELFIE N.1



I fantastici 18 anni!
Sono gli anni che aspetti con ansia di avere. Essere maggiorenni vuol dire combattere contro un mondo che fa di tutto per cambiarci, facendoci acquistare diritti e doveri che rendono una persona indipendente, nelle proprie azioni e nelle proprie scelte. E' un capitolo della vita pieno di cambiamenti, ma anche di responsabilità.
A 18 anni si cerca di essere autonomi, si cerca di non dipendere più dai propri genitori; a volte è semplice, altre volte invece è più complicato.
Per molti arrivare a questa età significa fare quello che si vuole, andare dove si vuole e tornare a casa quando si vuole, ma spesso proprio per questo motivo iniziano a crearsi delle problematiche, riguardanti magari al conflitto con i genitori, parenti o amici.

Per questo vorrei rappresentare attraverso dei selfie o semplicemente delle foto, come i ragazzi di questa generazione si comportano, vedono e percepiscono il mondo.

SELFIE N.1
Quando ho scattato questo selfie ho pensato a tutte quelle ragazze che perdono il proprio tempo e la propria autostima esprimendosi in modo volgare, facendosi foto provocanti per poi metterle, la maggior parte, in rete. 
È un peccato che la gioventù di oggi si debba esprimere in questo modo , ma si potrebbe quasi definire ormai "la normalità".


ALESSIA PAVARINI



martedì 2 febbraio 2016

AMMANETTATA AL BALLO

Visualizzazione di handcuffed at the prom.jpg
Visualizzazione di handcuffed at the prom.jpg

Visualizzazione di handcuffed at the prom.jpg

Questo dipinto in acrilico si intitola Handcuffed at the Prom, tradotto in italiano è  Amanettata  al ballo: prom e un ballo  in voga nelle scuole superiori americane: la ragazza non può partecipare se non è invitata da un ragazzo. E' un evento importante nella società americana ma mette molto sotto stress i ragazzi e crea una competizione spietata.
In questa opera la ragazza è ammanettata, prigioniera.
L'uomo la sceglie e poi la guida nel ballo di coppia. La ragazza è "brava" a ballare se lo segue.
Oggi ci sono stati in Italia 3 omicidi (o quasi)  commessi dal partner maschile.
Anche oggi è una giornata nera e nasce un grido di dolore:
AIUTO !!!!! DOVE SONO I PADRI , LO STATO, LA CHIESA ???
Ah, il  FAMILY DAY  sembra aver  dato il permesso di non giustiziare  questi  criminali ....... la donna appartiene all'uomo, se sbaglia può essere punita.

Non tutti siamo stati in grado di creare una famiglia come il modello che ci hanno sempre messo davanti come buono. E magari non la vogliamo neanche così.
Se un membro della coppia non ce la fa più andare avanti, succede il finimondo. 
Allora la famiglia sparisce ?
Parlo della mia esperienza.
Sì nella maggior parte dei casi chi ha il coraggio di interrompere un matrimonio negativo deve fare i conti anche con la chiusura dei rapporti con la famiglia del partner. Di solito sono le donne a dire basta. E' colpa delle donne se le famiglie si sgretolano?
Quindi la famiglia come la intendono "loro" sparisce.

Io credo che la famiglia non esista per più di due persone: io e mio padre, io e mio figlio , io e mia sorella, etc. La famiglia oggi diventa un rapporto di coppia.
Tutto il resto è un illusione, puramente sviluppata per l'organizzazione socio-politica e storica per amministrare in  modo pratico la società.
Family day non è Love day .Ma dovrebbe esserlo.
Sembra quasi Hate day come l'hanno fatto.



SUSAN DUTTON